Una nuova blindo Centauro per l’E.I.

oto-melara-blindo-centauro-12Dopo aver esaminato lo scafo, passiamo ora alla torretta sviluppata dalla Divisione Sistemi di Difesa (SDI) di Finmeccanica (ex OTO Melara): nonostante l’armamento di maggior calibro, le dimensioni, il livello di protezione superiore, il battle management system, gli apparati CIS, i disturbatori e la torretta Hitrole, la nuova torre ha una massa in ordine di combattimento, con le protezioni di Livello A e tutte le dotazioni di bordo incluse le munizioni, di 8.708 kg contro i circa 7.800 della torre della “vecchia” blindo. Il sistema di condotta del tiro consente di aprire il fuoco in movimento contro un bersaglio in movimento, cosa non possibile invece con la Centauro attualmente in servizio. Identico invece il diametro del cuscinetto di interfaccia con lo scafo, che rimane di 2.000 mm. Anche la disposizione dell’equipaggio è la medesima, con il capoblindo a sinistra, il puntatore in basso a destra e dietro di lui il servente. Nella vecchia Centauro il guscio era però interamente in acciaio balistico mentre nella Nuova Blindo Centauro il vano equipaggio è costruito in lega leggera, balistica, mentre la parte posteriore, che ospita le munizioni, è prodotta in materiale composito. Alla struttura viene poi fissata la blindatura, con livelli di protezione mirati in funzione della zona della torre e dell’inclinazione, sulla base del principio di ottimizzazione adottato per lo scafo. Tutti i bordi sono protetti, cosa che non solo conferisce un’immagine di continuità alla torre ma favorisce anche la protezione. L’armamento è ovviamente il cannone da 120/45 mm che fornisce una capacità di penetrazione ben superiore rispetto al 105/52 mm della blindo entrata in servizio nei primi anni ’90; tuttavia la nuova torre mantiene la capacità di montare anche il cannone di calibro inferiore. Partiamo dalle munizioni: rispetto ai 14 colpi di pronto impiego della Centauro qui ne troviamo solo 12, ancorché di calibro maggiore, ma la differenza principale sta nel modo di stivaggio e nel caricamento: qui le munizioni sono contenute in due magazzini da sei colpi l’uno, uno di tipo classico nel quale i colpi sono caricati con l’ogiva rivolta all’indietro, l’altro di tipo revolver nel quale sono invece caricati in avanti, e che assicura il caricamento semi-automatico della munizione. L’operazione non è interamente automatica dato che il servente deve comunque aprire manualmente l’otturatore, che non è dotato di asservimento elettrico; il colpo, che viene indicizzato al momento del caricamento e viene richiesto dal tiratore (capo blindo o cannoniere) in funzione del tipo di bersaglio, viene poi spinto automaticamente nella camera e l’otturatore si chiude senza necessità di intervento da parte del servente.

Da notare la presenza di un sistema meccanico di garanzia dell’allineamento caricatore/cannone, sotto forma di un sistema a Croce di Malta, che elimina la dipendenza della precisione dalla rotazione del motore. L’opzione semi-automatica resta una scelta del cliente, mentre per il futuro non si esclude l’opzione dell’automatismo su tutti e 12 i colpi di pronto impiego. La parte posteriore della torretta è separata dal vano equipaggio da tre porte scorrevoli. Quella centrale, ad azionamento elettrico, è quella che consente l’accesso al sistema di caricamento semi-automatico. Sulla destra, la sinistra guardando la paratia, ossia sul lato del servente, si trova una porta a scorrimento manuale dietro la quale si trovano il rack manuale da sei munizioni e parte delle radio; sull’altro lato, sempre accessibile al servente, si trovano le munizioni di piccolo calibro, solitamente quattro cassette con 250 colpi da 7,62 mm l’una o 100 colpi da 12,7 mm, o due cassette da 48 granate da 40 mm per la Hitrole, e tre cassette da 250 colpi da 7,62 mm per la mitragliatrice coassiale. Dell’armamento secondario parleremo in seguito. Ovviamente se è interesse aumentare la dotazione di colpi di piccolo calibro è possibile togliere una delle rastrelliere per munizioni da 120 mm presenti nello scafo e al loro posto mettere, ad esempio, tre casse di granate da 40 mm. La presenza del caricatore a revolver e la sistemazione di alcune delle radio in fondo al vano posteriore della torretta consentono di compensare in parte lo squilibrio prodotto dal cannone da 120 mm che porta il baricentro della torre in posizione avanzata rispetto al centro della torre, e che ha portato a un dimensionamento dedicato degli asservimenti elettrici – quelli idraulici sono ormai banditi – che sono progettati per un funzionamento ottimale anche nelle peggiori condizioni d’impiego; la velocità di brandeggio è pari a 0,4 rad/s con accelerazione di 0,7 rad/s2. Essendo nata per il cannone da 120 mm, i cui colpi utilizzano bossoli semicombustibili, la Nuova Blindo Centauro non necessita più di un portello di espulsione, che rappresenta sempre un punto critico di discontinuità balistica. Il caricamento dei colpi avviene quindi dall’interno del mezzo, prendendo i colpi dalla riservetta nello scafo, ovvero dai portelli superiori di accesso del personale. Al pari dello scafo, anche la parte posteriore della torretta è progettata per far sfogare verso l’esterno l’energia prodotta dall’eventuale deflagrazione dei colpi. In particolare sono presenti superfici pre-intagliate, mentre la riservetta è dotata di un impianto autonomo antincendio/antiesplosione il cui ruolo principale è quello di abbassare la temperatura in caso di emergenza, anche questo per ridurre i rischi di deflagrazione delle munizioni per simpatia.

Passando all’armamento principale, la massa rinculante da 120/45 mm è stata rivista in alcune sue componenti per incrementarne ulteriormente la precisione. La culla è stata alleggerita, mentre rispetto alla versione omanita sono state adottate delle boccole di scorrimento in fibra di carbonio, con fibre adattate in modo da avere lo stesso coefficiente di dilatazione del metallo; queste non necessitano di lubrificazione, garantiscono un attrito minimo, e permettono di ridurre i giochi incrementando quindi la precisione. Le camicie termiche sono state alleggerite, ed è stato adottato un raccogli bossoli integrato con la massa oscillante in grado di contenere fino a sei bossoli. Il cannone della Nuova Blindo Centauro è in grado di sparare tutto il munizionamento da 120 mm standard NATO: fra questi anche i più recenti colpi a pieno calibro e stabilizzati mediante alette esterne, che generano seri problemi con i freni di bocca a fessura ma non con il sistema tipo pepper box sviluppato per la Centauro originaria e traslato quindi sulla bocca da fuoco da 120 mm. A questo proposito Oto Melara ha condotto nell’aprile 2015 un ciclo di prove con il prototipo della Centauro 120 omanita mirante a verificare la compatibilità dell’intera famiglia di munizioni sviluppata dalla tedesca Rheinmetall Defence, allo scopo di poter proporre il proprio veicolo anche con colpi quali l’MP-HE-T DM11 multiruolo con funzione airburst. L’impiego di questa munizione richiederebbe alcune modifiche all’otturatore e al sistema di condotta del tiro, di facile attuazione specie se una tale scelta venisse fatta prima del lancio della produzione.

L’arco in elevazione del cannone da 120/45 è compreso fra -7° e +16°, e i servo-attuatori elettrici consentono una velocità angolare di 0,5 rad/s con accelerazione di 0,8 rad/s2. Ovviamente la Nuova Blindo Centauro è in grado di sparare con l’armamento principale anche in depressione con la torre in ogni posizione, e per aumentare la stabilità nelle situazioni peggiori la carreggiata è stata aumentata da 2.505 a 2.650 mm, portando così la larghezza dello scafo a 3.140 mm, la massima ammessa dalla sagoma ferroviaria. Il collaudo della massa oscillante è stato effettuato con successo presso l’Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti Terrestri di Nettuno ai primi di febbraio 2014. In seguito sono stati testati anche i tiri in condizioni estreme cioè alla massima depressione ed in contropendenza ad ore 3 e 9, prestazione limite per altri sistemi d’arma di calibro 105 mm e che spesso determinano limitazioni di impiego in altri sistemi d’arma equivalenti.

Rispetto alla vecchia Centauro quella nuova dispone di sistemi di visione e puntamento allo stato dell’arte, che godono dei vantaggi di oltre 25 anni di sviluppi nel settore. La responsabilità delle componenti optroniche ricade sotto la Divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale di Finmeccanica. La postazione del capocarro è dotata del periscopio panoramico Attila D, che prende il posto dello Janus installato sui Freccia. Rispetto a quest’ultimo l’Attila D è interamente digitale e ha l’intero pacchetto sensori posto all’interno di una testa ottica mobile stabilizzata. sui tre assi, e non solo specchio. È dotato di una camera TV a colori con risoluzione Full HD utilizzata solo in parte (1280 x 1024 pixel) a coprire il campo di vista disponibile, equipaggiata di zoom ottico continuo x10 che consente di variare l’angolo di campo da 2,4° x 1,9° a 24,0° x 19,2°, e di una camera termica Erica FF di terza generazione uguale a quella del Janus. Questa opera nel campo del infrarosso a onda media (3,7-5,0 µm), ha un sensore di Mercurio-Cadmio-Tellurio (MCT o HgCdTe) da 640×512 pixel con dimensione di 16 µm, e fornisce due campi di vista, quello più ampio da 10,0° x 8,0° e quello più stretto da 2,4° x 1,9°, che come si vede corrisponde al campo più stretto del canale diurno; quest’ultimo dispone anche di un campo preselezionabile uguale al campo più ampio del canale termico. Ultimo elemento dell’Attila D è il telemetro laser, che opera sulla frequenza di 1,54 µm e ha un raggio d’azione superiore ai 10 km. La finestratura dell’Attila D è particolare dato che si estende nella parte superiore, ciò al fine di permettere una visione di +60° in elevazione, importante in ambienti compartimentali come le zone urbane e quelle montagnose, senza alzare eccessivamente il corpo del sistema, mentre in depressione opera fino a –20°; i sensori sono protetti balisticamente. Sviluppato appositamente per la Nuova Blindo Centauro, l’Attila D, prodotto nello stabilimento di Firenze, ha un ingombro minimo anche all’interno del mezzo e non ha una unità elettronica aggiuntiva dato che tutta l’elettronica è ospitata nella testa. Il sistema è stato progettato per avere considerevoli capacità di crescita come l’adozione di un canale termico con risoluzione HD: nello stabilimento di Southampton è in fase di sviluppo un nuovo sensore, denominato Super Hawk, che andrebbe a rimpiazzare lo Hawk Medium Wave attuale, e avrebbe un passo di 8 µm, quadruplicando quindi il numero dei pixel e fornendo una risoluzione ad alta definizione. Il capoblindo dispone di due schermi, uno da 12” dedicato in prevalenza al sistema di tiro, l’altro da 10” , per il SICCONA; in azione tipo hunter-killer il primo riporta l’immagine del panoramico mentre il secondo quella del sistema di puntamento del cannoniere, ma in situazioni tattiche diverse può sfruttare le immagini fornite dai numerosi sensori, ad esempio quelle di cui si avvale il pilota per la guida. Da notare come sulla Nuova Blindo Centauro l’Attila D sia retraibile, per consentire al veicolo di rientrare nell’altezza massima imposta dalla sagoma di trasporto ferroviario.

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